La pittrice Olga Volha Bortsik è nata in Bielorussia. Laureata in ingegneria edile all' Università Politecnica di Minsk. Dopo gli studi universitari ha lavorato come ingegnere, insegnante di disegno tecnico e matematica, nonché tutore-interprete e traduttrice per l'Associazione ONLUS italo-bielorussa "Il Cammino".
Olga è fondatrice delle gallerie: "Arte e Cultura in Garfagnana" e "Hobby e Mestieri in Garfagnana".
Ha frequentato un corso di impressionismo, icona e Arte Sacra Cristiana, durante il quale il suo interesse per pittura ha avuto una svolta importante. La sua passione la porta ad attingere nuove ed antiche conoscenze riguardanti la storia e la cultura cristiana.
Le icone di Olga sono realizzate nel rispetto della tradizione cristiana, con spirito e fede, prive di prospettiva classica, piene di umanità. Il termine icona indica una raffigurazione sacra dipinta su tavola, prodotta nell'ambito della cultura slava e bizantina.
L'icona è l’espressione grafica del messaggio cristiano affermato nel Vangelo attraverso le parole ed estrinsecato dalla teologia. Per questo motivo, in tutte le lingue slave le icone non si dipingono, si "scrivono".
L'icona di Gesù, di Maria, la Sindone ed altri miracolosi ritratti dei principali protagonisti del Cristianesimo assumono un significato molto particolare e di grande importanza. Nella lunga genesi dell'iconografia cristiana, l'icona assume la propria fisionomia intorno al V secolo. In Russia, l’icona assume un significato rilevante. Dalla tradizione russa sono stati affinati tre precisi schemi che si rifanno all'immagine originale dipinta da S. Luca: Madonna Orante "senza Bambino" e gli altri due che, invece, La vedono rappresentata assieme al Bambin Gesù, le cosiddette "Icone dell'Incarnazione": Madonna Hodighitria "Colei che indica la retta via" e Madonna Eleusa "immagine della tenerezza" nella quale, i visi dei protagonisti ritratti appaiono vicini e stretti in un materno sentimento. Solitamente queste icone raffigurano Maria e Gesù, comunque la figura principale è Gesù, infatti la Madre è china su di lui.
Olga adora anche la tecnica batik usando magistralmente i colori con cera e resina, con un trasporto particolare nel colorare il lino e la seta. Ogni sua opera batik, qui ne vedete solo alcune, è realizzata con creatività e pazienza. Le sue immagini raccontano il mondo "favoloso" rappresentando la realtà attraverso ombre, luce e colori forti.
"Le opere di Olga, hanno la forza delle antiche icone, conservano una purezza di cromie che le spingono al di là delle facili riproduzioni accademiche. Le sue immagini hanno ancora una spiritualità religiosa di intraprendenza attiva nelle dinamiche della vita e i suoi personaggi hanno ancora sguardi vitali.
I suoi batik ricordano pittori come Ligabue che possiedono come lei, la capacità di farci ritornare ad una dimensione innocente, dove ogni colore, ogni oggetto, ogni situazione diventa memoria e incanto." Gioia Aloisi
"POSSIAMO ANCORA STUPIRCI. Vita, vita, VITA! Ecco cosa gridano gli occhi, il sorriso, i lavori, l'incessante scorrere di Olga. I colori sorreggono ogni opera sua, trovati nel passato, nel sentire profondo e libero ma ben radicato nelle usanze del suo paese, con una profonda religiosità e una magnifica fiducia nel futuro, con la voglia di fare di un giovanissimo cuore che pare non ancora indurito dalle traversie della vita. Di lì, dalla voglia di fare, in certi casi di sperimentare oltre, parte il ricercare le forme, i colori, il contatto con la materia che si rivolge soprattutto alle sue creazioni di moda, sì proprio di qui parte la creatività pura di Olga; i modelli creati di colore, di forme tagliate, di sapienti inserti di stoffe, prendono una vita giovane, spensierata e leggera come un sogno trovato in questo paese per lei straniero ma che pare sia entrato nel suo vivere. I lavori a maglia, quanto gli uncinetti danno a Olga quella luce negli occhi che porge amore oltre che per il lavoro in se, pare abbracci quei momenti passati ad imparare il lavoro forse tra il racconto di storie e serate trascorse a veglia. Le Icone che riproduce hanno il pregio di essere attuali, come tratti e in parte anche nelle forme, io però auspico per Olga un distacco da questa tipo di pittura perchè sento in quelle forme un grido di libertà, una voglia di scoprire cosa c'è oltre; vi sono suoi quadri che hanno bisogno di essere sviluppati dando così modo di scoprire cosa, di scoprire anche, in definitiva di scoprirsi diversa nella pittura così come negli altri suoi lavori. Il lavoro”dentro” di Olga sino ad adesso si è svolto in maniera preminente sui lavori di moda, forse è per questo che la pittura ne ha sofferto sotto l'aspetto rinnovativo; le sue mani sono febbrili e le vedrei lavorare con perizia con spatole e materiali vari, l'irrequietezza dei suoi occhi troverebbero molto spazio da esplorare tra superfici aggettanti, colori puri e superfici anche spaziose. La vitalità che sprigiona il suo essere nella pittura sino ad adesso è stata imprigionato dalla convenzione, dal suo voler rispettare, e valorizzare la sua origine. Il grido dell'anima di Olga Bortsik si leva alto, disegna e sorregge il suo vivere appieno questa vita di passaggio, carezza i giorni passati e futuri nella ricerca di espressioni artistiche consone al suo instancabile raccogliere emozioni." Sergio Fini
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